L'ECOSCANDAGLIO
NELLA PESCA
Se
negli anni cinquanta e per buona
parte degli anni sessanta i leggendari
pescatori di mestiere riuscivano
a conoscere bene i fondali marini,
su cui deponevano i loro attrezzi
professionali, grazie alla loro
notevole esperienza, maturata
in anni ed anni di duro lavoro,
fortunatamente oggi, "vedere"
il fondo marino non è più così
impegnativo. Non è più necessario
avvalersi di particolari esperienze
oppure mettersi la maschera e
le pinne ed immergersi nel sottocosta
o, addirittura, usare come una
volta un rudimentale scandaglio
che era costituito da una piccola
cima e da una semplice sonda di
piombo sulla cui base veniva cosparso
del sapone o del grasso animale
per farvi aderire la sabbia o
altro materiale.
In
questi ultimi anni sono cambiate
tante cose. Con l'avvento
e con l'evoluzione della
tecnologia elettronica navale
applicata nel campo della navigazione
e della pesca, sono stati fatti
veramente dei passi da gigante
con l'introduzione e l'utilizzo
dell'ecosonda elettronica
ad ultrasuoni, meglio conosciuta
come ecoscandaglio marino.
Originariamente
impiegato nelle ricerche idrografiche
per scopi scientifici, geografici
e militari, oggi l'ecoscandaglio
si rivela uno straordinario
strumento alla portata di
tutti, per la sua grande utilità
nel rilevare e analizzare
la batimetria dei fondali
marini: dalle aree portuali
a quelle costiere, e come
accessorio indispensabile
sia per il pescatore professionista
che per quello dilettante.
In aggiunta a queste peculiarità
ce n'è un'altra non
meno importante, da non sottovalutare:
il suo costo risulta abbastanza
contenuto, grazie alla diffusione
e alla capillare commercializzazione
cui è soggetto da quando è
comparso sul mercato dell'accessoristica
nautica a livello mondiale.
A dire il vero il costo è
abbastanza contenuto per gli
eco a cristalli liquidi. Altro
discorso è per gli ecoscandagli
a tubo catodico, il cui prezzo
è più "importante", ma sicuramente
i risultati che si ottengono
sono molto diversi.
È
in sostanza un comune apparato
elettronico, dotato di tasti
e di un monitor, attraverso
il quale si riesce a "leggere"
il fondo marino, la sua
natura, se vi sono ostacoli
o elementi che si
interpongono tra la sonda,
parte integrante dello strumento,
ed il fondo marino stesso.
Cercheremo
di capirlo meglio: in
tutte le parti che lo
compongono, in tutte le
sue funzioni e in quello
che riesce a fornire,
nell'evidenziare i
dettagli e i particolari
che oggi si rivelano di
importanza fondamentale
per la ricerca di relitti,
secche, scogliere isolate,
particolari substrati
e, dulcis in fundo, per
i pesci!
GLI
ELEMENTI DELL'ECOSCANDAGLIO
ED
IL SUO FUNZIONAMENTO
Dunque
l'ecoscandaglio,
come qualsiasi
apparato elettronico
che deve mostrare
un'immagine
a prescindere
dal sistema impiegato,
si compone di
tre elementi fondamentali:
il trasmettitore,
il ricevitore/amplificatore
e il trasduttore.
I
primi due sono
all'interno
di un box che
viene posizionato
in genere nella
plancia di guida
dell'imbarcazione,
mentre il trasduttore
viene fissato
sullo scafo
e collegato
al box tramite
un cavo apposito.
Nel momento
in cui si attiva
elettricamente
lo strumento,
il trasmettitore
invia una piccola
quantità di
energia elettrica
verso il trasduttore
che, per un
effetto di elettrostrizione,
la commuta in
impulso sonoro
lanciandolo
verso il fondo
marino. Appena
l'impulso
raggiunge il
fondo si produce
un effetto eco
ed il segnale
viene rimbalzato
verso l'alto
ritornando al
trasduttore.
A questo punto
avviene l'effetto
inverso: sempre
per elettrostrizione,
succede che
la eco si riconverte
in energia elettrica.
Nella fase di
ritorno, il
segnale risulterà
notevolmente
indebolito,
ma il ricevitore
dello strumento
si farà carico
per amplificarlo
ed inviarlo
al sistema di
esposizione
che appare sullo
schermo. Ed
è proprio su
questo che avviene
la "lettura",
che è tanto
più fedele,
nel senso che
appare più nitida,
più incisa,
più precisa,
con un maggior
potere risolutivo
espresso su
ogni punto tracciato,
tanto più è
qualitativamente
valido e di
conseguenza
sofisticato
l'apparecchio.
In
sintesi, il
principio
resta fondamentalmente
quello di
ottenere graficamente
quello che
succede sotto
lo scafo della
nostra imbarcazione:
cosa compare
sul fondo
e nello strato
intermedio
d'acqua.
Oggi,
a differenza
di una quindicina
di anni
fa, si può
acquistare
un ecoscandaglio
decentemente
valido a
dei prezzi
convenientissimi,
grazie anche
alla sfrenata
concorrenzialità
che sussiste
sul mercato
tra i vari
produttori
mondiali
di questi
strumenti,
per la cui
costruzione
vengono
impiegate
le stesse
tecnologie
e la stessa
miriade
di componenti
elettronici.
Da ciò ne
consegue
che, in
fondo, la
differenza
sostanziale
tra una
serie di
apparati
e tra un
modello
e l'altro
è veramente
minima.
GLI
ECOSCANDAGLI
DI IERI
E DI
OGGI
Molti
anni
fa,
intorno
agli
anni
70,
almeno
da
quello
che
si
è
potuto
leggere
nei
giornali
di
quei
tempi,
chi
possedeva
un
ecoscandaglio
tra
la
folta
schiera
dei
pescatori
era
come
un
privilegiato;
detenere
una
scatola
magica
per
trovare
i
pesci,
era
un
pò
come
usufruire
di
uno
status
symbol
della
categoria.
Ma
spesso
e
volentieri,
di
questi
"pescatori",
erano
ben
pochi
quelli
che
sapevano
usare
questo
autentico
marchingegno
in
modo
veramente
ottimale.
Vuoi
perché
la
cosiddetta
"lettura
grafica"
era
di
difficile
interpretazione,
oppure
perché
il
suo
uso
si
basava
su
concetti,
ragionamenti
e,
non
per
ultimo,
sullo
spirito
di
ricerca
e
di
esplorazione,
che
richiedevano
molto
tempo
a
disposizione
per
essere
messi
in
pratica,
succedeva
che
alla
fine,
l'ecoscandaglio
restava
a
far
bella
mostra
di
sé
sulla
plancia
in
posizione
off,
ossia
spento!
Di
solito
i
pescatori
di
mestiere
difficilmente
"perdevano"
il
loro
tempo
prezioso
alla
ricerca
di
qualche
relitto
o
di
qualche
scoglio...
miracoloso!
E
così,
molti
ecoscandagli
pronti
per
entrare
in
funzione,
venivano
usati
pochissimo
o
sotto
utilizzati
mentre
altri,
invece,
erano
destinati
a
consumare
un'infinità
di
rotoli
di
carta.
I
primi
apparecchi
comparsi
sul
mercato
sono
stati
quelli
a
flasher,
che
per
mostrare
l'immagine
si
servivano
di
uno
schermo
circolare
trasparente,
su
cui
erano
disegnate
le
scale,
e
di
una
lampadina
che
vi
lampeggiava
nel
retro.
Ai
flasher,
sono
seguiti
gli
scriventi,
nei
quali
uno
o
più
pennini
elettrici
hanno
sostituito
la
lampadina,
e
con
i
quali
viene
segnata
la
carta
fatta
avanzare
molto
lentamente
da
un
motorino.
Altri,
addirittura,
si
sono
presentati,
sempre
sullo
stesso
principio
di
"battuta"
circolare
flasher-pennino,
a
doppia
funzione:
video
e
grafica
con
opzione
del
risparmio
carta,
ossia
si
poteva
disinserire
la
parte
grafica.
Naturalmente,
certi
apparecchi
erano
a
valvole,
grossi,
forse
più
di
una
comune
scatola
da
scarpe,
pesanti
ed
ingombranti,
ma
ebbero
un
notevole
successo.
Nel
tempo,
questi
apparecchi
hanno
subìto
delle
modifiche
e
delle
migliorie
tecniche
di
non
poco
conto,
con
l'avvento
dei
transistor
sono
stati
avviati
i
processi
di
miniaturizzazione
che
hanno
consentito
di
ridurne
notevolmente
le
dimensioni
e
di
migliorarne
le
prestazioni
sotto
ogni
profilo.
Poi,
la
svolta
decisiva
l'ecoscandaglio
l'ha
avuta
con
la
comparsa
dei
microprocessori
e
del
computer,
con
i
quali
si
è
integrato
ed
è
diventato
l'eccellente
apparecchio
che
conosciamo
ancora
oggi
con
le
sue
strabilianti
prestazioni.
E
così,
inesorabilmente
nel
tempo,
il
progresso,
incalzando
sotto
il
segno
del
profitto
industriale,
a
certi
apparati
scriventi
ne
ha
uniti
altri:
una
miriade
di
modelli
e
di
marche
più
variegate,
dotati
di
schermi
tipo
video,
con
tubo
catodico
a
colori,
e
video
LCD,
comunemente
conosciuti
come
a
cristalli
liquidi.
Poi
a
funzione
integrata:
Loran-eco-plotter,
GPS-eco-plotter,
ecc.,
ma
la
sostanza
fondamentale
è
sempre
stata
la
stessa:
"vedere"
nel
migliore
dei
modi,
nel
modo
più
semplificato
possibile,
cosa
accade
in
quel
misterioso
settore
di
mare
che
noi
stiamo
esplorando
per
la
ricerca
dei
tanto
agognati
pesci.
CONTINUA