Situato a poco
piu’ di 50 Km da Salerno, Agropoli rappresenta una sosta obbligata
per tutti coloro che d’estate, ma non solo, si dirigono verso la
bassa Campania o le bellissime e poco conosciute spiagge della
Basilicata.
Si raggiunge
facilmente lasciando l’autostrada Salerno-Reggio Calabria al
casello di Battipaglia e percorrendo la statale per qualche altra
decina di Km.
La parte antica
del paese, con il suo borgo, la sua chiesa ed i suoi vicoli posti
sulla rupe che sovrasta il porto, rappresenta sicuramente un forte
richiamo per tutti coloro che nella bella stagione o nei tiepidi
fine-settimana sono alla ricerca di un luogo caratteristico da
visitare per poi lasciarsi andare ai piaceri della squisita cucina
locale.
Ma le bellezze di
Agropoli non sono solo ed esclusivamente paesaggistiche.
Il porto di
Agropoli
Il lungo litorale
sabbioso che parte da Salerno si interrompe, infatti, proprio con
il promontorio di Agropoli, per diventare poi una costa
frastagliata ed impraticabile, ed è proprio qui che tutti i
pescatori della zona si riuniscono per tentare la cattura delle
grosse orate che, soprattutto nel periodo primaverile, prendono
d’assalto il litorale ed il porto.
La Sparus Aurata o
orata
Sembrerà strano
ma in primavera la mormora rappresenta l’eccezione rispetto alla
normalità rappresentata dalle orate di 600-700 grammi.
Diciamo subito
che la spiaggia è abbastanza uniforme e si estende dallo svincolo
dell’uscita nord fino a praticamente sotto il promontorio del
porto. Il mare è abbastanza profondo, raggiungendo già a 50 metri
il livello di 5-6 metri, per incontrare poi un punto di stabilità
e continuare a scendere oltre i 100 metri.
E saranno proprio
i 100 metri il nostro obiettivo, al limite delle praterie di
posidonia, la dove il mare comincia a colorarsi di verde scuro e
comincia ad incresparsi.
In caso di mare
mosso vi consigliamo di provare verso il centro della spiaggia e
di utilizzare i piombi “spike” per tenere ben salda l’esca sul
fondo; qui quando c’è corrente il mare si muove davvero.
Munitevi perciò
di canne di buona potenza senza lesinate sullo spessore della
lenza. Non sono rari gli incontri con orate da 2-3 Kg.
Come esca è
consigliata il cannolicchio, molto abbondante in zona, o al
massimo il bibi. L’arenicola è sconsigliata per la presenza di
pesci di piccola taglia e di numerosissimi granchi, mentre poco
fruttuose si sono dimostrate le altre esche.
Il momento
migliore è quello piu’ caldo della giornata, ma anche le prime ore
del crepuscolo a volte hanno regalato delle belle sorprese. Come
montatura quella con il piombo scorrevole, magari utilizzando un
distanziatore per evitare i grovigli della corrente, si è
dimostrata vincente. Un amo solo ben messo, senza troppi
nodi e con un buon controllo dell’esca pesca meglio di un
calamento a 2 ami. Importante è ricordare di lasciare almeno 1,5 –
2 metri di finale e la lenza un po’ in bando.
Per coloro che
invece amano la pesca dal molo, la postazione obbligata è
rappresentata dal moletto che si incontra di fronte a voi appena
fatta la lunga discesa, quello per intenderci dove c’è il piccolo
faro in disuso.
Pescatori
permettendo, la postazione migliore è quella alla fine della
camminata, lanciando in corrispondenza del faro grande ed a non
piu’ di una ventina di metri. Già perché in questo caso, strano a
dirsi, le orate non vanno cercate a fondo, ma a mezz’acqua. La
pesca consigliata è infatti all’inglese, con lenze di piccolo
spessore (0,14 – 0,16) e terminali molto lunghi e non superiori al
0,12, possibilmente in fluorocarbon.
La taglia in
questo caso è inferiore a quella delle orate che possiamo
incontrare pescando dalla spiaggia, ma spesso ad allietare la
nostra pescata fa capolino la spigola ed il sarago, ma sempre di
medio -piccole dimensioni.
La spigola o
branzino, un facile incontro
In questo caso la
fa da padrone il bigattino, sia come esca che come pastura. E’
opportuno, in questo caso, munirsi di una bella scorta di
bigattini e "fiondarli" sfusi in corrente in modo la richiamare le
orate nella nostra scia.
Si puo’ iniziare
pescando ad 1 metro dal fondo, lasciando il galleggiante in
corrente verso il largo e poi, man mano che i nostri amici pinnuti
cominciano ad entrare in mangianza, sollevarlo di 10 cm in 10 cm
dal fondo ed avvicinarlo sotto riva. Con questo tipo di
pasturazione i pesci si avvicinano di tanto e spesso è possibile
vederli addirittura a galla.
Non esagerare con
la pastura, una fiondata ogni 15 min. andrà benissimo, altrimenti
avremo l’effetto opposto portando grandi quantità di pastura verso
il largo.
Un’ultimo
consiglio è quello di munirsi di un guadino di almeno 2 metri, in
quanto il molo è alto e senza protezioni (attenti a non cadere).
Attendiamo
con ansia le foto delle vostre catture.
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