LA TRAINA D'ALTURA

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La barca - Le canne - La pesca

La traina d'altura, almeno secondo il concetto di un tempo, fa venire in mente la pesca a grossi pelagici o a grosse prede che si pensa viaggino in alto mare. Naturalmente nei nostri mari non è così. Grosse prede, infatti, non è sicuramente facile incontrarle, se non per chi dispone di grosse imbarcazioni e buone informazioni sul passaggio di un branco di tonni o alalunghe. Nei nostri mari, ad esclusione del medio Jonio che è abbastanza profondo, non si effettuano delle grosse catture: solo nella zona del Canale di Otranto c'è la possibilità di incontrare tonni di branco sino a 30/40 chili fittissimi, e numerosi pesci spada, che vista la giovane età è facile ingannare con esche artificiali. Nelle zone limitrofe alla Sicilia, e sulla costa Jonica in provincia di Reggio Calabria, invece, sono zone molto prolifiche di aguglie imperiali del peso medio di 15/20 chili. Numerose catture anche nella zona di mare compresa tra l'isola di Ischia e la fascia orientale della Sardegna.

Le prede dei nostri mari, in definitiva, si riducono a connetti di branco, qualche alalunga e a stagioni alterne, le palamite.

La barca
Naturalmente la barca deve essere altezza della situazione; non necessariamente molto grande, ma comunque con due motori e veloce, in considerazione del fatto che le poste per questa pesca sono distanti anche 15 o 20 miglia e oltre dalla costa. Le batimetriche ideali sono intorno ai mille metri. Per chi non dispone di un ecoscandaglio così potente si consiglia di avere un punto di riferimento nelle carte nautiche. Basta, infatti, di tanto in tanto verificare con il GPS la posizione e riportare sulla carta nautica le coordinate. Avremo immediatamente un'idea di dove stiamo pescando.

Le canne
Le canne ideali sono le 20 e le 30 libbre, possibilmente con 6 o 7 passanti e leggermente lunghe. Specialmente se si usano canne a ripartizione il divertimento è garantito. Questo tipo di canna flette e lavora a seconda del peso del pesce e della forza che esso esercita sul nostro attrezzo. Queste canne esprimono un libbraggio doppio (esempio 8 12 libbre - vuol dire che la canna può lavorare da 8 libbre ma anche da 12). Il mulinello dovrà essere necessariamente un 30 libbre o un 4/0.

Per quanto riguarda la montatura personalmente consiglio sempre di pescare con monofili di diametro sottili. A volte, parlando con altri amici pescasportivi, gli stessi parlano delle catture di altri pescatori come fortuna e le loro allamate perse, invece come sfortuna. La verità è che nella pesca l'incontro casuale e la grossa preda capita solo una volta, generalmente ai più inesperti. Ma quell'episodio non si ripeterà così facilmente.

La possibilità di catture è direttamente proporzionale al diametro dei finali usati. Minore è il diametro del monofilo, maggiori saranno le allamate, ma anche maggiori saranno le perdite, soprattutto per rottura.

Nella traina d'altura veloce (5-7 nodi) le esche migliori sono le teste piumate, anche se personalmente mi piace molto arricchirle con il vivo: basta infatti un pesce azzurro, cui si elimina la testa, ed innescato sull'amo della testa piumata, creerà un'allettante attrazione per qualsiasi tipo di preda. Per velocità inferiori ai 5 nodi molto bene anche i rapala, nelle misure piccole e con le palette metalliche (cioè quelli affondanti). Le piume sono preferite nei colori rosso o nero, ma anche il bianco risulta vincente, mentre il colore dei rapala varia a secondo se la giornata è soleggiata o è nuvolosa: nel primo caso si preferiscono i colori scuri, mentre se la giornata è nuvolosa, sono adatti i colori forti e sgargianti.

La pesca
La zona di pesca è sicuramente la cosa più difficile da individuare. Pescare senza segni tangibili, vuol dire cercare l'ago in un pagliaio. Ecco che diventa molto importante guardare cosa ci succede intorno: ricordiamo che abbiamo l'aiuto dei gabbiani che sono il miglior segno di attività dei predatori. Soprattutto quando volano bassi e sono numerosi, e di tanto in tanto si gettano in picchiata verso la superficie dell'acqua, ecco che vuol dire che in zona ci sono grossi predatori che attaccano dal basso verso l'altro grossi banchi di pesce azzurro, che cercando di sfuggire a questo pericolo imminente, si avvicinano alla superficie dell'acqua. Qui è pronta l'altra insidia dei gabbiani che distruggono il branco.
Necessario sarà effettuare giri concentrici ma larghi intorno alla zona dove si segnalano movimenti a pelo d'acqua, senza entrare nella mangianza per non disturbare i predatori. Le lenze dovranno essere molto lontane dallo specchio di poppa e una volta superata la zona di mangianza, virare dolcemente per far entrare in pesca le esche. I fili dovranno mantenersi molto bassi per evitare che con il movimento delle onde i nostri artificiali possano saltare.

Le migliori catture, comunque, si effettuano se per mare si incontrano segnali di palamiti, o ancora meglio "le canizze" che in calabrese o siciliano vuol dire le "canne legate". Sono poste fisse che vengono ancorate al fondo dai pescatori professionisti e poste ad almeno 5 o 6 miglia e più dalla costa. Generalmente ne vengono poste due per postazione, una a galla ed una a tre o quattro metri sotto la superficie del mare. La cannizza di superficie serve per raccogliere sotto pesci quali connetti e lampughe (in calabria "capuni"), mentre le canizze affondate raccolgono pesci quali ricciolette o pesci zebra (da noi detti "carabinieri o mpampari"). Le canizze risultano essere una zona al riparo dai raggi del sole e dove comunque, per la presenza di plancton, tutti i predatori trovano del cibo. Spesso anche piccole cernie.

Ora non vi resta che accendere i motori
e filare le vostre esche.

Massimo Rotondaro

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