Per capire meglio basti pensare a questo: spesso ci è successo, in estate, facendo il bagno a mare, di trovare una zona dove l'acqua è  più calda o più fredda. Bene, quella in quella zona di mare c'è un particolare termoclino.

Sicuramente tale situazione è molto indicativa per la pesca e soprattutto nella traina ci consente di capire a quale profondità è più facile incontrare il predatore.

Il pesce predatore, infatti, sarà sicuramente in quella fascia di mare ove è più facile trovare il plancton o altri pesci esca. E le zone con temperatura più tiepida sono quelle maggiormente ricercate dai pesci di mezz' acqua pelagici soprattutto.

Quando ci troviamo in navigazione, se disponiamo di un buon eco-scandaglio il cui gain (potenza al trasduttore) è stato ben regolato, lo strumento ci segnalerà la zona dove è presente una certa turbolenza, piccole macchie che verrebbero quasi scambiate per piccoli pesci. Facendo attenzione alla profondità noteremo che in quella zona di mare questa "turbolenza" staziona sempre alla stessa altezza. E facendo attenzione anche alla mangianza avremo modo di verificare che la stessa staziona sempre in quella zona di acqua, a quella profondità.

A questo punto, se il termoclino è ad esempio sui 20 metri è inutile far scendere la nostra traina a 30 o a 15,  se avremo l'incontro con il predatore in  caccia, la sua profondità con certezza sarà intorno ai 20 metri.

La temperatura dell'acqua non è un fattore decisivo unico per la nostra pescata,  ma deve contemplarsi nell'insieme, con altri fattori,  come il livello di ossigeno, la pulizia, la salinità.

Ad esempio, nei giorni ventosi, la superficie del mare sarà più ossigenata ed attrarrà più specie malgrado la temperatura dell'acqua sarà diversa rispetto a quella ottimale specie per specie.

Occhio quindi allo scandaglio, la probabilità di catture si può incrementare.
 

Catanzaro, 15 novembre 2002