Ho fatto una riflessione, guardando i numerosi
amici ospitati sulla mia imbarcazione: il 70% di essi non conosce
lo slamatore o comunque la tecnica per slamare i pesci, e quasi
tutti si affidano alla "forza fisica" per tirar via l'amo
dall'interno della bocca del pesce. Risultato: il più delle volte
l'amo rimane conficcato all'interno con una ulteriore perdita di
tempo per recuperarlo e ripristinare il finale. Per non parlare,
poi, di pesci "pericolosi" quali tracine o scorfani. |
lo scorfano- clicca
sulla foto per ingrandire |
A volte è la stessa misura dell'amo (troppo
piccola) o con ardiglione voluminoso, a rendere difficile tale
estrazione. A volte, invece, sono le spine dorsali
particolarmente appuntite. Alcuni pesci, soprattutto gli sparidi,
una volta fuori dall'acqua per estrema difesa, elevano tutte le
loro spine in difesa. In questo caso, quindi, dovremo tenere il
filo con la mano destra e con la sinistra semichiusa a pugno far
scivolare dentro il pesce dalla testa verso la coda, quindi nel
senso delle spine dorsali. Una volta che il pollice e l'indice
della mano sinistra hanno raggiunto le branchie, allora sarà
giunto il momento di serrare la presa e procedere quindi a slamare
il pesce. |
pesce sciabola
- clicca
sulla foto per ingrandire |
Vi sono poi alcuni pesci, come lo sciabola o il
pesce pettine che hanno rispettivamente grandi affilati e
piccolissimi aculei denti. Entrambi possono provocare abrasioni e
tagli con i loro morsi. E spesso mi capita di vedere pescatori
alle prese con guanti e guantini per bloccare queste categorie di
pesci. |
Ebbene, con la tecnica di cui sopra sarà
possibile bloccare e liberare il pesce dall'amo. |
Da molti anni sono entrati in commercio
slamatori di diverse qualità e grandezze, facilitando l'operazione
della slamatura: stecche, slamatori, pinze speciali a becco lungo
ecc.). |
In particolare le pinze, non essendo in
acciaio, si corrodono facilmente e poi se il pesce ha inghiottito
l'amo non si riesce ad arrivare sino in fondo. Per gli slamatori
grossi problemi non ne esistono, a patto che non si debba dare la
libertà al pesce: in questo caso un uso improprio dell'attrezzo
provoca danni irreparabili al pesce. Uno degli attrezzi
maggiormente usati (è in acciaio inox) è l' Hookout, che ricorda
molto l'attrezzo usato dal chirurgo. E' uno slamatore eccezionale
e di provenienza statunitense. Praticamente è un misto di pinza e
slamatore. Ha un fusto lungo e consente di poter entrare nella
bocca del pesce anche sino a 6 /7 cm. |
l'hookout ottimo
slamapesci
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Nel caso in cui si ritiene di voler rilasciare
la preda, tale operazione dovrà essere rapidissima, senza arrecare
danni al pesce e soprattutto lasciandolo per qualche istante ad
ossigenarsi. Qualora, invece, si ritenesse che è difficile
estrarre l'amo è preferibile tagliare il terminale, il più vicino
possibile alla bocca del pesce. Ciò naturalmente non vale nel caso
di ami in acciaio inox i quali durano nel tempo anche se immersi
in un liquido come l'acqua salata, abbastanza corrosiva. |
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Esiste in commercio, poi, un'altro slamatore,
il "Jumper" che ha una forma a T. e si utilizza soprattutto per
slamare grosse prede o comunque pericolose. Ha un'asta lunga circa
30 cm che consente, quindi, di mantenere le mani ad una
certa distanza dalla bocca del pesce. |
lo Jumper in uso con una verdesca |
Gli slamatori più comuni, invece, sono in
materiale plastico e ve ne sono di diverse forme, come quelli
indicati nelle foto in basso e che si differenziano per l'ampiezza
della testa dello slamatore. |
Due modelli diversi
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Sotto un modello in plastica con un cappuccio
tipo penna che consente l'aggancio al taschino della giacca.
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Insomma, una bella scelta ed un consiglio da
amico agli amici: imparate ad usare gli slamatori, risparmierete
tempo a favore di altre possibili e sospirate catture. |
Massimo Rotondaro |
Soverato, li 16
gennaio 2002 |
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