La
pesca agli sgombri
Tra le tecniche più divertenti
e redditizie vi è la pesca allo sgombro. I veri specialisti di
tale pesca sono gli sportivi della costa Adriatica. Lì, infatti,
esistono veri e propri Charter da pesca che mettono a disposizione
grossi "barconi" e una volta giunti nella zona di pesca,
brumeggiano abbondantemente, per attirare sotto l'imbarcazione gli
sgombri. A volte ci si posiziona vicino le piattaforme, anche se
avvicinarsi è vietato. Intorno alle piattaforme metanifere,
infatti, prospera una vera e propria oasi di pesce, con tutte le
varietà possibili, a partire dai piccoli sciarrani per finire a
ricciole e tonni giganti. |
Una piattaforma
vista all'alba |
Solo all'inizio della
primavera i grossi branchi di sgombri si avvicinano alla riva (ma
parliamo di tirreno e Jonio). Qui si possono pescare sia con piccole
imbarcazioni sia dalla riva, sia a traina che a spinning o a
bolentino. E' un pesce ottimo da mangiare e la sua cattura è
ricercata anche per utilizzarlo quale esca viva, soprattutto per
il drifting a tonni, ma anche per la traina con il vivo a ricciola
o dentici. |
lo sgombro con la
splendida livrea |
E' un pesce combattivo e la
sua potenza viene esaltata se combattuto con attrezzature leggere,
nell'ordine delle 2/6 libbre. Il segreto per effettuare catture
multiple, una volta trovato il branco, è quello di pasturare
abbondantemente, al fine di farlo andare in frenesia alimentare.
In questa situazione comincerà a mangiare tutto quello che gli
viene a tiro, compresi i nostri artificiali che saranno composti
da piumette o lenze giapponesi. Anche con piccoli artificiali (minnow
e ondulanti) è possibile insidiarli imprimendo alla canna un
movimento sinuoso e costante, praticamente a spinning. |
Per la ricerca del branco è
importante avere a disposizione un buon ecoscandaglio al fine di
stabilire un primo contatto. Poi, anche per mezzo di pasturatori
si può trattenerlo sotto la barca ed iniziare le fasi di pesca. |
un classico
pasturatore a lame |
L'esca che
principalmente viene usata è la sardina, ma i cefalopodi, i vermi
e soprattutto il pesce azzurro sono ottimi, compresa l'aguglia. La
parte inferiore, quella argentea è la parte che più si presta
all'innesco ed inoltre per via del suo colore è molto attirante. |
una aguglia |
IL peso medio
dello sgombro, nel mediterraneo, in questi ultimi anni è andato
via via diminuendo, per passare dai 360 grammi di qualche anno
agli attuali 160 grammi. Naturalmente nel periodo che va da
settembre a dicembre si trovano gli esemplari più grandi. La sua
pesca, quindi, diventa interessante ed appassionante soprattutto
con cannette leggere, tipo da spinning o da legering. Addirittura
viene anche pescato con la bolognese. Il filo dovrà essere molto
sottile ed in questo modo le allamate saranno superiori e la
nostra sportività troverà il massimo della competizione e quindi
soddisfazione. |
Il terminale sarà
composto da tre o più ami. Si potranno usare esche vive (sardina
aggiuga) o anche artificiali, tipo piumette, come nella foto in
basso. |
uno schema di
finale per lo sgombro |
Nella foto di cui
sopra vediamo la lenza madre che sarà dello 0,40 ed i braccioli di
circa 20 cm, dello 0,20. Collegati ai braccioli piumette o
artificiali simili, composti magari di materiale luminoscente, con
ametti dal N°08 al N°12 a seconda della taglia dei pesci. Il nodo
che maggiormente si utilizza per formare un'asola è il Dropper
loop, ma per quanto riguarda le legature, nella sezione
NODI del sito troverete anche
altre valide alternative. Oggi con l'avvento di microperline a 4
fori (Stonfo) o altre microsfere (Olympus, Tubertini ecc.) le
legature classiche stanno scomparendo. Rimangono in vigore solo
per gli appassionati del filaccione e per i marinai. Sicuramente
le nuove tecniche ed i nuovi finali sono, comunque, maggiormente
catturanti almeno per il 30% in più.
Clicca sulla foto
per ingrandire |
La carne dello
sgombro è delicatissima per cui se ci troviamo in pesca e la
stagione è calda, occorre conservare subito il pesce al fresco,
altrimenti andrà tempestivamente deteriorandosi. |
Massimo Rotondaro |
Soverato, li 16
gennaio 2002 |
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