Bolentino di profondità: tecniche di pesca
Il mare
è sempre più povero di pesce e le catture sensazionali
diminuiscono sempre di più. Ecco perchè, ma non solo, dobbiamo
porre maggiore attenzione ad una tecnica che con il passare del
tempo raccoglie sempre più proseliti: il bolentino di profondità.
Nato in Spagna alcuni anni orsono, e diffusa la tecnica per via di
filmati su videocassetta, con incredibili catture (cernie
gigantesce, occhioni enormi, merluzzi da 10 chili ed oltre), si
sta sviluppando in Italia, e soprattutto in quelle zone ove le
batimetriche diventano improvvisamente profonde ed i fondali sono
misti. |
uno squaletto sta
per essere salpato |
E' una
tecnica che presuppone avere l'imbarcazione e tutta l'attrezzatura
che sarà naturalmente elettrica. E' impensabile, infatti, salpare lenza da un fondale di 300 metri e oltre. La zona di
pesca è la cosa più difficile da identificare: ci sarà di aiuto
una buona carta nautica dove andremo a cercare le zone in cui le batimetriche sono molto vicine e quindi ci sono repentini cambi di
fondale. Se presente la roccia ancora meglio, o quantomeno una
zona ove ci sono detriti o tronchi. Naturalmente oltre a
possedere una imbarcazione veloce e sicura, capace di percorrere
10 o 20 miglia in poco tempo, sarà necessario avere anche un buon ecoscandaglio (a cristalli liquidi o a tubo catodico, purchè con
un range di oltre 300 metri) ed un buon GPS, per la localizzazione
della posta di pesca. Tra l'altro c'è da ricordarsi che
generalmente oltre le 12/15 miglia si perde il contatto visivo con
la costa. |
Non ci
lasciamo impressionare dalle numerose foto di catture
che appaiono su cataloghi o riviste: perlopiù sono
catture realizzate in mari esotici, o comunque non nelle nostre
zone. Questo
non vuol dire che nei mari intorno all'Italia non ci siano cernie
di 30 0 50 chili e oltre. Naturalmente, da cauto pescatore,
consiglio di non partire per queste battute di pesca con velleità
assurde. Già catturare qualche occhione o qualche spinarolo,
almeno per le prime uscite è da considerarsi un gran successo. |
Stabiliamo innanzitutto che questo tipo di pesca andrebbe
praticata ancorati, o al limite con un leggerissimo scarroccio. E
certo che ancorarsi su un fondale di 300 metri risulta cosa
abbastanza difficile, oltre al fatto che la grande quantità di
cima da filare (almeno 500 metri) ci porterebbe lontano dalla zona
di pesca. Allora è consigliabile portarsi leggermente sopra la
cigliata sulla quale vogliamo pescare, calare le nostre lenze a
scarroccio sino al passaggio sul punto da noi designato. Ci sarà
sicuramente la possibilità di perdere qualche finale o comunque il
piombo, ma avremo la chances di scandagliare un buon tratto di
mare. |
I TERMINALI:
Rispetto alle altre tecnica la realizzazione è
abbastanza facile. Si tratta di collegare una serie di ami (almeno
10) utilizzando alcuni accessori facilmente reperibili sul
mercato. |
Un classico terminale
a tre ami |
Il
bracciolo è realizzato in acciaio inox ed è consigliabile agganciare
direttamente allo stesso l'amo per mezzo di una girella con
moschettone (sono quasi sempre comprese nel terminale). Vedi foto
in alto.
Utilizzando un terminale come quello della figura (a tre ami) si
tratterà di unire più terminali sino a raggiungere il numero di
ami preferito. Consiglio di utilizzare finali almeno a 10/15 ami
in quanto il tempo di risalita è comunque abbastanza lungo (da 3 a
10 minuti circa). Tra i braccioli saranno inserite perline
colorate del tipo indicato nella figura.
Gli ami potranno essere autoferranti o storti,
con occhiello, come nella figura in basso |
Amo autoferrante
Amo storto in acciaio |
IL SALPABOLENTINO O LA
CANNA CON MULINELLO ELETTRICO: Sia un attrezzo che
un'altro si equivalgono. Su una imbarcazione se ne possono montare
numerosi, in quanto è possibile utilizzare come base d'appoggio
anche i portacanne. Naturalmente dipende dall'imbarcazione e dalla
qualità dell'impianto elettrico. Queste attrezzature hanno un
assorbimento elevato per cui è consigliabile effettuare le manovre
di salpaggio delle lenze a motore acceso. Oggi si usa il
multifibra o Dynema per imbobinare i capienti rocchetti: 1000
metri di buon filo ci metteranno nella condizioni di "sentire" le
tocche dei pesci anche a profondità intorno ai 400/500 metri. Al
contrario del salpabolentino elettrico il mulinello elettrico di
nuova generazione (si trovano in commercio a partire da €.650,00)
è più maneggevole ed inoltre in fase di risalita dà al pescatore
un minimo di gusto nel salpare la preda. Resta inteso che quasi
tutte le prede (squali a parte) arrivano in barca morti o comunque
non in grado di offrire una benchè minima resistenza. Il filo da
usare per i mulinelli elettrici sarà sicuramente Dynema e di
diametro inferiore al salpabolentino, avendo una bobina meno
capiente. La lunghezza ideale della canna sarà intorno ai 2 mt,
anche se sono nate già canne dai 2,50 ai 3,00 metri, specifiche
per il bolentino di profondità.
un mulinello
elettrico di nuova generazione |
I PIOMBI:
a bordo avremo piombi a partire da 500 grammi e
sino a 2 chili. A secondo dello spostamento e della corrente
useremo uno o un'altro. Ci sono anche piombi trattati con
materiale fluorescente, ma visto la grande possibilità di incaglio
è consigliabile andare su piombi più economici. Come per il
bolentino classico useremo uno spezzone di filo (diciamo uno 0,50)
che in caso di incaglio ci porterà a perdere solo il piombo e non
il finale. Esistono in commercio piombi a goccia o a cono, i primi
sono maggiormente usati per via della forte aerodinamicità, mentre
i secondi facilitano la discesa ma in fase di risalita creano
maggior attrito. |
Piombo Fluorescente |
Piombo a goccia |
LE ESCHE:
sardina freschissima, tagliata a tocchetti di
circa 2 cm, o a metà se si tratta di pesce di piccole dimensioni;
cappellotti o piccole seppie sono altresì validissime ma possono
essere attaccate da altri pesciolini o da granchi. Anche calamaro
o polipo faranno al caso nostro. Alternativa ancora è una esca
mista, composta da calamaro e sardina o sardina e polpo. Si
utilizzano anche sardine salate, per far si che diventino ancora
più attiranti.
Le lampade
stroboscopiche attirano i grandi predatori
|
Naturalmente il discorso e la tecnica avrebbero
bisogno di ben altro spazio che non esaurirsi in una semplice
pagina web, ma per altri argomenti correlati vi rimando ad un
nuovo articolo, una nuova avventura verso il profondo blu. |
Massimo Rotondaro |
Soverato, li 23
febbraio 2002 |
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