Innanzittutto
bisognerà localizzare un ottimo Hot Spot di pesca e quale posto
migliore se non una cigliata o ancora meglio un relitto. Nel mio
caso specifico mi sono recato a pescare a Badolato (Catanzaro)
alla distanza di 2 miglia dalla costa e su un fondale di 42 metri.
Su questo fondale è presente un relitto (lungo almeno 100 metri)
che risale al periodo della guerra, quando durante la battaglia di
Punta Stilo, molte navi furono abbattute durante i combattimenti.
L’imbarcazione che per l’occasione ho utilizzato è un vecchio
Angelo Molinari 4,10 munito di un motore 18 cavalli.
L’Ancoraggio.
Per poter effettuare un corretto ancoraggio, di notte, è
necessario recarsi sul posto verso l’imbrunire. Identificato
esattamente il relitto o la scogliera dovremo verificare la
direzione della corrente. Dopo questa operazione risalire nel
verso della corrente di qualche metro e quindi filare l’ancora.
L’ancorotto sarà realizzato con il fusto di tondino di ferro di
200 mm. E le marre con tondino massimo di 6 mm. Di diametro.
Questo ci consentirà, una volta finita l’azione di pesca, di
poter facilmente salpare l’ancora sperando nel raddrizzamento
delle deboli marre. Indicato anche uno spezzone di un metro e
mezzo di catena collegata all’ancora e quindi alla cima che
fisseremo sulla barca. La zona di pesca migliore sarà
nei pressi di quel tratto di
relitto dove lo scandaglio ci indicherà più mangianza.
Una volta che avremo avuto la certezza di aver
“afferrato” il fondo avremo l’accortezza di filare tanta
cima sino a quando ci porteremo sull’orlo della nave, di modo
che filate le lenze andranno a posizionarsi sul fondo, nei pressi
del bordo della nave. Attenzione a non pescare sul relitto, la
perdita di tutti i finali è garantita.
Notare le marre sottili degli ancorotti che
servono per potersi raddrizzare alla pressione della cima in fase
di recupero.
La
corrente.
La
corrente è il fattore principale di tutta la nostra azione di
pesca. Se è medio/forte è conveniente trovare altro posto per
pescare. Con la corrente sostenuta, infatti, sarà molto difficile
allamare le specie da noi maggiormente ricercate: saraghi, tanute,
orate, cernie, musdee, ecc. In presenza di forte corrente,
inoltre, la nostra azione di brumeggio sarà vanificata.
Le
prede.
Nella
pesca notturna si possono catturare a mezzo fondo sgombro, menola,
boga e sugarello. Sul fondo invece, abbonderanno grongo, murena,
sarago, orata, tanuta, dentice e cernia. Possibili anche catture
di scorfano e gallinella, mentre per nostra fortuna la notte
raramente si catturano perchie e sciarrani.
L’attrezzatura.
Va
bene qualsiasi attrezzatura, a partire dalla lenza a mano per
finire alle ottime canne da bolentino. Personalmente uso canne con
cimino intercambiabile e con piombatura intorno ai 100 grammi, sul
fondale di 40 metri circa. Naturalmente maggiore sarà la corrente,
maggiore sarà il piombo da usare. La lunghezza della canna dovrà,
comunque, essere di circa 2,50/3 metri, ricordando che più grande
è la barca maggiore dovrà essere la lunghezza della canna. Se
poi, come nel mio caso, stiamo pescando in una zona dove le
catture di pesci importanti (diciamo oltre i due chili) è facile,
allora dovremo optare per canne sensibili ma con una buona azione
di punta per contrastare le fughe del pesce insidiato.
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I
finali.
Qui
un fattore importante. In assenza totale di corrente pescare con
monofili dello 0,40 va benissimo. Ma quando ci troviamo in
presenza di corrente media, allora è necessario scendere di
diametro sino allo 0,30. Naturalmente dovremo essere consapevoli
che scendendo di diametro aumenteranno le allamate ma rischieremo
la rottura in caso di una grossa cattura. Il trave sarà
realizzato con un ottimo 0,50, lungo circa un metro e mezzo. Ad un
capo ed all’altro posizioneremo la girella con il moschettone.
Consiglio di realizzare i braccioli con Fluorocarbon 0,28 – 0,34
e lunghi circa 20-25 cm. Ottimo sarà collegare al trave girelle a
tre vie, dove il collegamento tra l’occhiello e il finale sarà
tenuto “rigido” da un tubicino siliconico.
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(Il
finale della foto è realizzato come da manuale, cioè con
lunghezze medie del bracciolo da 30 a 50 centimetri. Ma con queste
lunghezze gli ingarbugliamenti sarebbe tantissimi. Occorre,
quindi, con la stessa tecnica di realizaazione accorciare le
misure).
Naturalmente
chi volesse “risparmiare” tempo ma non denaro, può acquistare
i microattacchi della Stonfo che risultano sempre ottimi. L’amo
più in basso sarà legato poco sopra la girella che regge il
piombo. Gli altri a seguire. Sarà comunque questo l’amo che
pescherà maggiormente, soprattutto se riusciamo a lasciare in
banco la lenza. Per gli ami la scelta è libera. Io uso variare
tra gli ami a gambo lungo ed occhiello, per innescare il verme,
all’amo corto e tozzo che consente di presentare un boccone più
compatto. Per la misura lascio a Voi la scelta, ricordando che amo
grande è per pesce grande ma non avremo possibilità con i
piccoli, mentre con l’amo più piccolo prenderemo sia i pesci di
pochi etti che anche le grosse prede.
L’esca.
Ebbene,
ho verificato durante alcune uscite che nulla pesca di più, la
notte, della sardina fresca. Naturalmente fresca vuol dire della
stessa mattina. Ho verificato ad innescare con verme di rimini,
bibi, americano, ma quanto è pescante
la sardina fresca non lo sono le altre esche. Quasi zero il
gambero. La sardina sarà tagliata a tocchetti di circa 1 cm.e
mezzo e l’amo passerà attraverso la lisca centrale, per avere
maggior tenuta.
La
tecnica.
La
notte i pesci presenti sono quasi tutti di ottimo valore
alieutica. Si passa dai “lupi di scoglio o papotola” (musdea)
di oltre 1 chilo di peso, ai saraghi, saraghi maggiori e maxi
sugarelli. Sono possibili inoltre buone catture di saraghi
maggiore o di “scantaro” (Tanute). E poi è sempre possibile
la cattura di dentici, anche di peso oltre i due chili e di
cernie. In maniera particolare per le cernie sarà il caso
preparare un innesco
con un amo del 6/0 e filo dello 0,70, il tutto su una buona 30
libbre da lasciare con il freno serrato almeno a 20 libbre.
Possibile l’abbocco della cernia, ma se riesce a tirare due
metri di filo è persa in quanto riuscirà ad intanarsi e nulla si
potrà fare per portarla in barca.
Per
quanto riguarda le tanute ed i saraghi la lenza dovrà essere in
bando, senza tenerla in tensione. Questi sparidi infatti, sono
molto astuti ed al minimo dubbio di inganno preferiscono
“cambiare zona”. Il dentice, invece, sebbene molto diffidente,
la notte avvicina le nostre esche e sia per fame che per
territorialità sarà molto possibile una abboccata.
La
mossa vincente.
Per
migliorare le azioni di pesca ho utilizzato un richiamo luminoso,
il Flyp st, della Fishing
System di Torino. Questo ottimo accessorio si installa, tramite un
tubetto siliconico, sul trave, nei pressi dei finali. Al
movimento effettuato con la canna o con la lenza, si aziona una
fonte luminosa che è un eccezionale richiamo. La mossa vincente
della serata, che ha migliorato le mangiate del pesce.
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Torinese, specializzata in accessori innovativi potrà darVi altre
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Panarello al n°tel.03402317962 oppure inviare una email a: fishingsystem@tin.it.
In
definitiva la pesca a bolentino di notte vale tutti i sacrifici,
il freddo e le paure di navigare con il buio. Se si riesce a
trovare esca fresca, posto discreto e poca corrente le possibilità
di trascorrere una buona serata sono garantite. Parola di Max.
Massimo
Rotondaro
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