Barca,
Salpabolentino e Ancoraggio. Dove pescare?
Questo
tipo di pesca, una volta poco considerata, stà da qualche anno, prendendo
piede tra i pescatori sportivi. Le motivazioni principali probabilmente
si rifanno alla scarsità di pescato nelle vicinanze del sottocosta
e anche al desiderio di realizzare grosse catture e provare nuove
emozioni.
Tale
pesca, per quanto possa sembrare facile nella tecnica, nasconde,
invece, una serie di problematiche che vanno affrontate, comunque,
con un po' di attenzione.
Le
poste di pesca per il bolentino di profondità, nella maggioranza
dei casi, sono a molte miglia dalla costa, e comunque sicuramente
non vicino al Ns. luogo di partenza. Ciò presuppone, quindi,
l'uso di una imbarcazione affidabile, con una motorizzazione
veloce e che ci possa assicurare tranquillità in mare e sicurezza
necessaria. La barca ideale, quindi, dovrebbe essere almeno un
semicabinato con una misura minima di 7 metri ed una velocità
minima di 20/23 nodi, che ci possa consentire, quindi, di coprire
una certa distanza in un tempo relativamente breve.
Alcuni
i requisiti principali:
-
un ampio pozzetto, che possa ospitare i nostri compagni
di pesca per le ore che ci tratterremo in mare, darci
la possibilità di muoverci e di poter pescare agevolmente.
-
la cabina, almeno per un piccolo ricovero, in caso di
maltempo o nel casom uno degli ospiti voglia riposarsi
(il mare stanca);
-
nel pozzetto è obbligatoria la presenza delle prese
elettriche per il salpabolentino o le eventuali canne
con i mulinelli elettrici;
-
sulle murate adeguati portacanne robusti in grado
di sostenere e il peso delle canne con i grossi mulinelli,
e il peso del salpabolentino, nonché delle prede che
eventualmente si andranno a ferrare;
-
è d'obbligo anche una piccola cella frigorifera
o igloo, o in caso di assenza si può usare una cesta
in pvc di quelle del tipo usate per la raccolta
del pane, che adeguatamente coperta dai raggi del
sole e con alcune sacche di ghiaccio artificiale
all'interno, possano assicurare la conservazione
del pesce catturato.
-
anche le esche, specialmente quelle non molto
tenaci e dure, avranno bisogno di una buona conservazione.
I
salpabolentini o le canne con mulinello elettrico
La
profondità della zona di pesca (quasi sempre
oltre i 200 metri) ci obbliga ad abbandonare
gli "strumenti a mano" e ad utilizzare
attrezzature elettriche o elettroniche.
Tale uso diventa obbligatorio in considerazione
del fatto che per salpare un calamento con
500/700 grammi di piombo a 300 metri di
profondità si richiede un discreto sforzo
ed alcuni minuti di tempo. Naturalmente
il salpabolentino dovrà essere elettrico
o elettronico e di buona qualità: generalmente
quelli elettrici sono costituiti da una
struttura in inox, molto robusta e da potenti
motori interni con riduttori di giri. In
commercio se ne trovano alcuni con il regolatore
dei giri, e con due o tre velocità per diminuire
il tempo di risalita. Il tutto viene comandato
da un pulsante che generalmente funziona
da start e stop (partenza e fermo). Alcuni
hanno anche un dispositivo che distribuisce
il filo sulla bobina, per evitare che, raccogliendo
male il nylon o il filo usato, lo stesso
si stressi e quindi possa essere oggetto
di facili rotture.La canna apposta sul salpabolentino
dovrà essere di buona qualità e comunque
consiglio almeno una 50/80 libbre, con passanti
a carrucola e naturalmente in inox, meglio
se termoraffreddanti. Si consiglia poi,
di apporre sulla canna il contametri che
diventa utilissimo per confrontare i metri
di lenza ceduta con la reale profondità
che segnala il nostro ecoscandaglio.
I mulinelli elettrici, invece, altro non
sono che piccoli salpabolentini, che si
differenziano dai primi per il fatto che
possono essere applicati a qualsiasi canna
ed hanno un peso decisamente minore. Visto
comunque il peso notevole, consiglio
salpare le lenze sempre con le canne inserite
nei portacanne a murata.
Su
una imbarcazione di 7 metri si consiglia
di pescare con massimo tre attrezzi
che potranno essere un salpabolentino
a poppa, una canna a prua ed un'altra
nel mezzo dell'imbarcazione. In
considerazione, infatti delle correnti
che sono sempre presenti a queste profondità,
diventa impensabile la pesca con
più di tre canne.
L'ancoraggio
Naturalmente
le operazioni di ancoraggio rappresentano
una grande difficoltà soprattutto
per la profondità. Per poter realizzare
un perfetto ancoraggio quindi
necessita la seguente attrezzatura:
la cima da usare non dovrà mai
superare i 4 o 6 millimetri in
quanto più grosso è il diametro,
maggiore sarà il galleggiamento
della cima e quindi la difficoltà
a farla affondare. Ci serviranno
almeno 700/1000 metri di cordino.
Il tutto andrà ben legato a 5
o 6 metri di catena (maglia del
sei), e poi al nostro ancorotto.
Per la costruzione dell'ancora
posso consigliare di rivolgersi
ad un fabbro e farsi realizzare
un rampino con del tondino di
ferro da 12 mm., ed un fusto di
circa 50 cm.. Le marre del tondino
dovranno raddrizzarsi quando,
a fine giornata, decideremo di
salpare l'ancora. Naturalmente
ho parlato di rampino in quanto
la zona di pesca sarà sicuramente
una secca di scoglio o comunque
ci saranno delle "tenute"
(relitto o tronchi) cui potersi
"aggrappare" con le
marre dell'ancorotto.
Se
da un punto di vista pratico
può sembrare meglio pescare
a scarroccio, dall'altro
io consiglio sempre l'ancoraggio.
Riuscendo, infatti, a raggiungere
il posto sul quale desideriamo
pescare, una volta identificato
con l'ecoscandaglio, si
deve risalire la corrente di
almeno 100 metri (su un fondale
di 300) e poi mollare caluma
sino a quando la corrente non
ci riporterà sulla nostra posta.
Un piccolo segreto per i neofiti
che spesso scambiano il movimento
di scarroccio della barca con
la corrente e il vento: la barca
non si muove lateralmente solo
per effetto del vento o della
corrente, ma per effetto della
risultante tra le due forze.
Consiglio, pertanto, di portare
sempre in barca un pugno di
sabbia e, quando necessita verificare
la direzione della corrente
e quindi dove filare le lenze,
basterà gettare in mare un po'
della nostra sabbia e guardare
lo spostamento che ha rispetto
all'imbarcazione.
Per
recuperare, a fine giornata,
la nostra ancora o rampino
che sia, personalmente ho
realizzato un cerchio di circa
7 cm.di diametro che ho passato
nel cordino, prima di filare
l'ancora a mare. Basterà
agganciare al cerchio un moschettone
con un parabordo e tirare
la cima dell'ancora con
la barca, nella direzione
opposta alla corrente, quindi
andando sopra la zona di ancoraggio.
Non appena le marre dell'ancorotto
si raddrizzeranno, il cordino
scivolerà nell'anello
e una volta raggiunta la catena
la stessa passando nell'anello
porterà l'ancora a galla
e non ci rimarrà che recuperare
la caluma senza il minimo
sforzo.
Dove
pescare?
Trovare
il giusto posto non
è facile. Sicuramente
non ci saranno di aiuto
i pescatori professionisti,
i quali, chiaramente,
terranno ben cucita
la bocca nel raccontarVi
in quale zona ha effettuato
le migliori catture.
Io
consiglio sempre di
dare uno sguardo alle
carte nautiche: ci
sono segnalate tutte
le batimetriche e
non è molto difficile
trovare una zona dove
vi sono due altezze
differenti in poco
spazio. Bisognerà
avere molta pazienza,
e provare più volte
quale caduta di fondale
è più prolifica.
Un
valido aiuto può
venire dall'osservare
le paranze
(i
pescherecci).
Generalmente le
barche che fanno
lo strascico,
navigano intorno
ai 250 passi (o
braccia, che equivalgono
a 400 metri).
Questa comincia
ad essere per
loro una altezza
critica. Quante
volte abbiamo
notato i pescherecci
arrivare in una
determinata zona
e poi tirare le
reti e tornare
indietro. E così
via anche le altre
imbarcazioni in
pesca Questo vuol
dire che da quel
punto in avanti
cambia la batimetria
e diventa ancora
più profonda.
E' proprio
in quel "taglio"
di fondale che
dovremo tentare
le nostre catture.
(continua)
Massimo
Rotondaro
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