BIG GAME

Una fantastica doppietta (2)
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Mi rendo subito conto che entro una quindicina di secondi rimarrò senza filo. Chiedo quindi a mio cognato di accendere i motori e di seguire il pesce. Operazione ben condotta, finalmente riesco a recuperare. Guardiamo l'orologio (per noi è una prassi cronometrare le catture), quando sono le 08,45. Inizia una serie di fughe velocissime, e dopo circa 7 o 8 minuti, si intravede il pesce. E' circa a dieci metri. Franco si prepara con l'arpione, ci ha preso gusto. Io, memore del comportamento di queste "frecce degli abissi", dico a Franco di stare calmo perché non credo che ancora sia il momento. Ancora dovevo finire la frase ed ecco che il pesce inizia una fuga irresistibile, infrenabile, mi sbobina almeno 100 metri di filo, ma ho paura a contrastarlo. La Normic stand-up è caricata con l'80 lb, ed il finale è sottile (100 lb), proprio per non incorrere in pericoli (essendo una stand-up).

Si ricomincia a recuperare e dopo circa 30 minuti finalmente capisco che il pesce sta cedendo. Avviso Franco di tenersi pronto. Ecco il pesce, a galla, maestoso. Sarà almeno 100 chili. Franco si prepara, sempre con l'arpione (so bene che non è molto sportivo, ma pescavo con due principianti). Il pesce è a portata di arpione. Franco prende lo slancio ma gli si sgancia l'arpione dal palo. Recupera l'arpione, io cerco di tenere il pesce ancora a portata di tiro. Ma ecco che il pesce, stanco ma non finito, di traverso, con un occhio quasi a pelo d'acqua, come se ci avesse visto e avesse guardato Franco con l'arpione in mano, dà una forte testata e si slama. Nei suoi occhi ho visto la paura. Ha capito che era la sua ultima chance e l'ha sfruttata. Velocissimo punta verso il fondo e ci lascia senza parole e scioccati. Il pesce era nostro ma per una leggerezza l'abbiamo perso.

Il mio amico Franco, deluso e quasi con le lacrime agli occhi si scusa per quello che è successo. "Franco non te la prendere, questa volta ha vinto il pesce, vuol dire che si è meritata la sua libertà, non ci pensare".
Sono ancora le 09,35 ed abbiamo già avuto un inizio di mattina promettente.

Decidiamo di rimetterci in pesca, anche perché la giornata era stupende e in pesca siamo da soli. Intravediamo altre barche a traina di superficie, ma molto lontane da noi.
Dopo aver sistemato le nostre canne, dò il cambio a Franco con la pasturazione. Mio cognato, invece, si "appoggia" sulla cuccetta, in cabina.

Trascorrono così circa due ore.
Intorno a mezzogiorno, quando le nostre esche stanno per finire, mi rivolgo ai ragazzi e dico "beh,  queste sono le ultime sardine".

Nemmeno avevo finito di dire l'ultima parola che nuovamente la "mediterranee" si fa sentire. Non mi sembra vero. Alcune giornate non c'è verso di far allamare un pesce, altre, invece, va tutto per il verso giusto.
Inizio sempre il combattimento, io alla sedia, Mimmo al motore e Franco "mate" e come assistente. Per un attimo faccio tenere la canna a Franco, ma lui stesso si rende conto che non è abbastanza allenato per contrastare questi pesci.
Il combattimento è stato come i precedenti, avvincente.
Dopo circa una trentina di minuti, il pesce è al raffio e questa volta Franco non si lascia prendere dall'emozione. Un colpo forte e secco, deciso,  che lascia di stucco il pesce: fulminato. Rivedo nei suoi occhi la soddisfazione quasi per voler dire nuovamente scusa per il pesce che poco prima aveva mancato.

Baci abbracci, complimenti, e da lì a poco i nostri due pescioni sono ben legati sulla plancetta di poppa. Il secondo pesce pesa circa 100 chili, e la mia Normic personalizzata ha colpito ancora. Ci avviamo, dopo aver riposto tutte le attrezzature, verso il porto.

Il mare è tranquillo e la "SELENE III" torna a casa, allegra e soddisfatta per aver regalato al sottoscritto ed ai suoi ospiti una fantastica giornata.

Per me un'altra grande soddisfazione, per i miei amici una fantastica "doppietta", che ricorderanno sempre come se fosse stato il  loro "Mercoledì da Leoni".

Massimo Rotondaro

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