Pesca dalla diga a Trieste

Pesca dalla diga a Trieste

Pesca dalla diga a Trieste
A Trieste ci sono tre dighe foranee, una delle quali, la più grande si chiama Luigi Rizzo. Le catture non mancano e come tutti i garisti italiani sanno bene, è uno dei luoghi di pesca più fertili nel territorio italiano. Ci sono comunque difficoltà nel raggiungere i luoghi con mezzi pubblici. Molteplici le tecniche di pesca praticabili a seconda delle varie stagionalità: di fondo e di superficie (tordi, corvine, ghizzi e bavose per la prima, aguglie, boghe, sugarelli sgombri e zatterini per la seconda. La diga Rizzo è un ottimo campo di pesca molto tecnico, e si possono effettuare catture varie di specie diverse con i più svariati metodi di pesca.
Bolognese. Utilizzando la canna fissa o in calata con la bolognese, avremo successo con sugarelli, boghe, cheppie e se è periodo anche sgombri. Inglese. Con doppio galleggiante si cattureranno aguglie. Pescando in determinati orari del giorno, a fondo, si raggiungono risultati notevoli. Grossi cefali si insidiano pescando a fondo . I fondali sono discontinui e dovremo usare finali con piombo a perdere. Collegando il piombo con un pezzo di filo dello 0,10 in caso di incaglio perderemo solo il piombo salvaguardando il finale. Nei mesi invernali, novembre e dicembre, si catturano anche seppie e calamari, anche di giorno, essendoci una grossa concentrazione. La regina del mare, la spigola, è la preda maggiormente ambita, anche se non è facile la sua cattura. Più probabile, invece, imbattersi in qualche corvina, da ricercare vicino gli spacchi tra uno scoglio ed un altro.	Clicca sulla foto per ingrandire
Pesca in superficie. Aguglie ed occhiate si possono catturare sul lato esterno della Diga, sia pescando all’inglese che con la bolognese.
*Andremo ora ad esaminare le tecniche di pesca e le attrezzature.* A causa della diversità dei fondali è consigliabile usare una canna di lunghezza variabile tra i 6 ed i 7 metri. Tale lunghezza se da un verso sembra eccessiva dall’altro si giustifica con la necessità di pescare con la vetta sopra il piombo, proprio per evitare incagli sulle rocce e sul fondo. Basterà un mulinello di piccole dimensioni imbobinato con del monofilo 0,18/0,22 di diametro. Posizioneremo i braccioli a circa 50 cm l’un dall’altro e saranno realizzati da 0,12/0,16 con ami dal 18 al 10 e lunghezza variabile tra i 20 ed i 40 centimetri. Naturalmente per i braccioli più lunghi (40 cm.) saranno posizionati almeno a 90 cm uno dall’altro.
Il piombo intercambiale ci darà la possibilità di spaziare tra i 5 ed i 35 grammi. Pochi pescasportivi utilizzano la canna fissa, più che altro per la pesca di boghe e latterini. Per quanto riguarda la Bolognese è più indicata per pesca in superficie, con canna da circa 6 metri e monofilo dello 0,20, sul quale sarà applicato un galleggiante da circa 2 gr. piombato con pallini spaccati.	Clicca sulla foto per ingrandire
Il finale a due ami sarà realizzato sulla falsa riga del precedente. Occhiate, boghe, sgombri ed aguglie saranno le nostre prede.
Per la pesca all’inglese useremo canne da 3 o 4 metri, con monofilo dello 0,20 e galleggianti diversi a seconda della distanza delle prede da riva, tra i 10 ed i 25 grammi.
Come ho già descritto in altri articoli, la cosa principale in tutte le fasi di pesca è la pastura, mistura di sarda, cozze, farina o altri prodotti in alternativa a seconda delle specie che andremo ad insidiare.
Anche gli sfarinati vanno comunque bene.
Non ci resta quindi che provare tutte le nostre teorie calando in mare i finali e provando a pescare in questo hot spot magnifico come la Diga Luigi Rizzo.	Clicca sulla foto per ingrandire
Massimo Rotondaro
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